Farid Adly.
Le anime belle credevano di poter tirare fuori il cannone e
ricevere carezze. Si potrebbe sintetizzare in questa frase l'atteggiamento
dell'opposizione acquedolcese, l'altro giorno, in sala consiliare. "Azione
ritorsiva" diceva il dott. Salvatore Oriti; "Guarda caso,
l'incompatibilità è stata tirata fuori dopo la nostra presa di posizione
politica (contro sindaco e presidente del consiglio comunale. Ndr). I fatti
contestati ai tre consiglieri di opposizione risalgono al 2010", declamava
il consigliere Scaffidi Fonti.
In tutti i modi, è stato tentato di impedire che la seduta prosegua. Con
trucchi di ostruzionismo e grida, con comizi rivolti al pubblico numeroso in
sala e interventi a raffica, si è voluto bloccare l'iter che semplicemente
applica una legge di legalità istituzionale. Una maggioranza salda e compatta
ha impedito questo scempio istituzionale.
Cosa dice, in parole povere, l'articolo 10 della legge regionale 31 del 1986?
Se sei in lite giudiziaria, civile o amministrativa, con l'Istituzione, non ne
puoi far parte; sei incompatibile a sederti sul banco del Consiglio Comunale.
La dichiarazione di compatibilità si dichiara da ciascun eletto al momento
dell'insediamento e si deve dichiarare annualmente, durante tutto il periodo in
carica.
Delle due una, non c'è una terza ipotesi: o i consiglieri Salerno, Oriti e
Barone non conoscono la legge (e quindi non meriterebbero di occupare quello
scranno) oppure hanno dichiarato il falso in atto pubblico. Non c'è una terza
ipotesi oltre queste due. E la cosa è rilevante.
Adesso il consigliere Salerno scalpita e minaccia di rivelare
"sconcezze" inenarrabili. Se questi fatti, sbandierati ma non
rivelati, sono reati, perché non li ha denunciati a suo tempo alle autorità
giudiziarie? Perché soltanto adesso? L'uso spregiudicato e selettivo
dell'azione giudiziaria e della denuncia politica, qualifica le persone per
quel che sono. Questo per essere buoni e non tirare fuori altre ipotesi.
Adesso veniamo ad analizzare l'insinuazione dei consiglieri di opposizione, che
la maggioranza respinge in toto. In effetti la consequenzialità dei due eventi
è tutta da dimostrare. Cosa dice la minoranza? In soldoni, potrei sintetizzare
l'argomentazione in questa frase: noi ci siamo limitati a denunciare
politicamente l'evidenza di atti giudiziari e prontamente la maggioranza ha
voluto vendicarsi. "denunciato politicamente"? La denuncia politica
si compie con un comunicato, con un volantino distribuito al pubblico, con
un'intervista, con un comizio in piazza, con un intervento in consiglio
comunale. Scrivere all'autorità giudiziaria, al prefetto, alla Regione
Siciliana, alle Istituzioni di cui fa parte il Comune di Acquedolci, ecc... si
chiama in altro modo, ma sicuramente non è soltanto denuncia politica. Era
diritto dell'opposizione compiere quel gesto, ci mancherebbe altro! Ma chi tira
fuori i cannoni, non può aspettarsi carezze. Per il terzo principio della
dinamica, "ogni azione ha una reazione uguale e contraria";
altrimenti detto: "Chi la fa, l'aspetti!".
Adesso i gruppi di minoranza possono con calma leccarsi le ferite e agire. In
Consiglio comunale, prima di abbandonare, hanno minacciato di andare alla
Procura della Repubblica? Che vadano e non si limitino a minacciarlo. Non serve
piagnucolare, perché non mancano tra le loro file altri candidati, bravi e
meritevoli, che potrebbero, per surroga, prendere il posto dei consiglieri
"contestati incompatibili". Altrimenti i tre consiglieri
"contestati" potrebbero cancellare i motivi dell'incompatibilità. La
legge è uguale per tutti! Ricordatevi, nessuno è più uguale degli altri!
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