Mario Marchioni.
Esistono importanti legami tra il territorio dell’antica
Marca Aleramica – di cui il Monferrato rappresenta l’area più rilevante a
livello storico e geografico – e la Sicilia, legami che da secoli sono caduti
nell’oblio.
La prima ad intraprendere l’emigrazione fu, nel 1089, Adelasia
del Vasto che sposò il normanno Ruggero I d’Altavilla, gran conte di Sicilia e
Calabria – divenendo poi anche regina di Gerusalemme – e fu sepolta nella
Cattedrale di Patti (ME).
Seguirono altri Aleramici, a cominciare da Enrico del
Vasto, conte di Paternò e di Butera; dal marchese di Monferrato Bonifacio I
che, nel 1194, al comando dell’esercito imperiale di Enrico VI, sconfisse
l’esercito normanno a Paternò segnando la fine del potere di questa dinastia in
Sicilia; da Bianca Lancia, educata nel castello di Brolo (ME) “moglie”, nel
1247, dell’Imperatore Federico II di Svevia; dal marchese di Monferrato
Guglielmo VI che, nel 1224, si recò a Catania alla corte dell’imperatore
Federico II per concedere in pegno il nostro marchesato in cambio di denaro per
la riconquista del Regno di Tessalonica; da Antonio del Carretto che, nel 1307,
sposò Costanza Chiaramonte baronessa di Racalmuto (AG) dando vita ad un ramo
aleramico sopravvissuto fino al Settecento.
Il recupero della memoria storica degli “Aleramici di
Sicilia” è un nuovo progetto avviato dal Circolo Culturale “I Marchesi del
Monferrato” e che avrà un primo momento pubblico nel fine settimana del 16-18
giugno quando Roberto Maestri e Fabrizio Di Salvo si recheranno in Sicilia per
incontrare le Istituzioni culturali e politiche in previsione di un Convegno da
tenersi in provincia di Messina nel prossimo autunno.
I rappresentanti de “I Marchesi del Monferrato” saranno
accolti dal professor Salvatore Mangione – docente di storia e filosofia, già
sindaco di San Fratello (ME) - che da anni si occupa della storia, in epoca
medievale, dei coloni e dei soldati provenienti da un’area comprendente il
Monferrato, parte dell'entroterra ligure di ponente, e piccole porzioni delle
zone occidentali di Lombardia ed Emilia; ovvero le popolazioni
Gallo-italiche!
La parlata degli abitanti provenienti dal nord Italia si è
mantenuta a lungo in Sicilia e i principali comuni dove la parlata galloitalica
è ancora presente sono: Nicosia, Sperlinga, Piazza Armerina e Aidone in
provincia di Enna; San Fratello e Novara di Sicilia in provincia di Messina.
Il progetto non si limita alla riscoperta dei legami storici
tra i territori, ma può rappresentare anche un’opportunità in ambito turistico
ed enogastronomico nel segno dei siti UNESCO de I paesaggi vitivinicoli di
Langhe-Roero e Monferrato e della Palermo Arabo-Normanna.
fonte: alessandriamagazine.it
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