DUE BORGHI SI UNISCONO IN UN UNICO CENTRO ABITATO E NASCE LA SAN FRATELLO MEDIOEVALE

Il primo indizio sulla possibile esistenza di un borgo attorno alla Roccaforte antecedente l’arrivo dei normanni, è proprio il comportamento di questo popolo che, una volta giunto in Sicilia, ha messo radici sempre e solo in luoghi già popolati. Arrivati nel territorio di San Fratello i normanni fecero dunque un’eccezione alla regola ripopolando il Monte Vecchio. E questo nuovo centro abitato, sorto sulle macerie dell’antica Apollonia, prenderà il nome di San Filadelfo (vedremo in un successivo appuntamento il perché). Tale nome comparve per la prima volta in un diploma del 1116, dove si parla di un castello costruito sui ruderi dell’antica Alunzio, (ricordiamo che erroneamente il sito veniva identificato sul Monte Vecchio anziché a San Marco), ma alcuni indizi ci inducono a pensare che tale documento sia un falso storico, si pensa infatti che sia stato scritto qualche secolo più tardi.

Sembrerebbe vero, invece, un documento del 1136 dove si parla delle pertinenze di alcune chiese sanfratellane concesse al monastero di San Filippo di Fragalà, ma è soprattutto vero il Kitab Rudjar del geografo arabo Al-Edrisi del 1154 dove viene riportato il centro abitato di San Filadelfo sul Monte Vecchio.

Ma questi normanni, non contenti, avrebbero fatto non una, ma ben due eccezioni alla loro regola! Perché secondo la cartografia dell’epoca, non si sarebbero limitati a costruire (ricordiamolo solo a San Fratello) una città, ma bensì due! E tutto ciò appare illogico!

Infatti, se nel XII secolo (1100-1200 d.C.) San Filadelfo sorge sul Monte Vecchio (anche gli archeologici lo hanno dimostrato), sulla Roccaforte viene segnalata la presenza di un piccolo borgo denominato nelle mappe antiche “La Motta”.  

Il termine “motta” compare per la prima volta nel X secolo ed indica una collina artificiale eretta con il terreno di risulta proveniente dallo scavo del fossato che circonda l’altura stessa ed il sistema di difese in terra e legno, più o meno articolato e di forma solitamente circolare o ellittica, contenuto all’interno del recinto. Un ulteriore definizione ci indica un rialzo del terreno, una collinetta, (da cui anche l’attuale smottamento, cioè frana o rupe staccata dal monte); oppure altura, poggio, mucchio di sabbia o di sassi, isola artificiale costruita in un punto conveniente. In età feudale il termine passò a significare un castello costruito su una piccola altura. In francese motte è una zolla compatta di terra. In inglese, motte and bailey è una fortificazione dell’età normanna, costituita da una palizzata su un rialzo del terreno. Nel Trecento il termine assume il significato specifico e particolare di abitato munito di nuova fortificazione.


La costruzione di una motta prevedeva di delimitare l’area ammassando una gran quantità di terra rispetto al piano di campagna, e a munirla, scavandovi intorno, di un fossato e con una o più torri disposte perimetralmente con funzione di arricchimento della difesa. Successivamente, per dominare tutta la zona circostante, si edifica all’interno un secondo tronco di cono, anch’esso in terra ma più piccolo del primo e coronato da una seconda palizzata legata alla prima e da una fortezza, che funge da abitazione e rifugio sicuro. Di solito parte della Motta era costruita in legno, ma già a partire dal XII secolo progressivamente l’intera struttura verrà realizzata in muratura con varie torri di fiancheggiamento. 

A tal proposito, è noto, infatti, che il campanile della Chiesa di Santa Maria ricostruita dopo la frana del 1754 non era altro che un’antica torre normanna riadattata. Se osserviamo la distanza tra il castello, in cima alla Roccaforte, e la posizione di questa torre, possiamo affermare che la Motta di San Fratello proprio tanto piccola non doveva essere e, tra la prima e la seconda cinta avrebbe certamente potuto ospitare alcune abitazioni.

Resta da chiarire se questa Motta sia nata con l’arrivo dei normanni, oppure se questo popolo si sia limitato a fortificare e a rendere più sicuro un borgo già esistente… e magari con un nome “scomodo”, non più utilizzato dagli abitanti, oppure semplicemente finito o fatto finire nell’oblio perché dal punto di vista storico-culturale e, soprattutto, religioso non aveva più esigenza di esistere.  

Questi due borghi, già agli albori del XIII secolo, si sono fusi sotto la Roccaforte con un trasloco abbastanza rapido. Nel 1272, infatti, il Castello di San Filadelfio verrà elevato a regio castello dell’isola, e sembrerebbe che in tale data il centro abitato sia già uno solo sul territorio, chiamato per l’appunto San Filadelfio, e concentrato tutto attorno alla Roccaforte. Il termine “La motta” resisterà nei documenti storici fino al 1680, ma da varie descrizioni del territorio risalenti al Cinquecento e un disegno dello stesso periodo, ci chiariranno come la Motta sia diventata San Filadelfio o, se preferite, come la città di San Filadelfio abbia attuato una delocalizzazione dal Monte Vecchio alla Roccaforte, cancellando o sostituendo di fatto la precedente Motta medievale.  






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