Bello... ma non va bene per San Fratello



La storia di San Fratello è stata condizionata dalle frane. Tre sono quelle che hanno messo a serio rischio l'esistenza stessa del paese: nel 1754, 1922 e l'ultima nel 2010. Ma sono decine i piccoli movimenti franosi che periodicamente hanno condizionato la vita dei sanfratellani. Gli ultimi movimenti franosi in ordine di tempo hanno colpito la piazza della Chiesa delle Grazie e la Roccaforte.
Tutto il territorio di San Fratello è a rischio di dissesto idrogeologico. Pertanto la sopravvivenza del paese deve passare da una politica diversa rispetto al passato, orientata alla consapevolezza che bisogna aumentare le aree verdi e limitare il consumo del suolo allo stretto necessario, evitando la cementificazione e l'impermeabilizzazione del territorio.
A questo punto ci pare logico fare una serie di riflessioni sulle scelte focalizzate maggiormente sull'estetica, piuttosto che sull'utilità per il nostro fragile territorio.
Negli ultimi decenni è iniziato un lento processo per sostituire il ciottolato dalle vie cittadine, asfaltando persino le strade dei quartieri più antichi del paese, rendendole pertanto ancora più impermeabili, ma soprattutto cancellando quella caratteristica storica del centro abitato.
Allo stesso modo il verde cittadino è stato ridotto in maniera importante in tutti i quartieri di San Fratello con il taglio indiscriminato di alberi.
Appare assai chiaro come la stessa area della Chiesa delle Grazie sia stata resa maggiormente impermeabile dopo gli ultimi lavori, rispetto alla precedente; così come la piazzetta creata di fronte al Bar Polvere di Stelle, esteticamente graziosa ma forse non pensata per un territorio assai franoso.
Più di recente abbiamo assistito alla nuova piazza Falcone-Borsellino, sicuramente resa più bella e accogliente rispetto al passato, ma dove piante e terra hanno lasciato spazio al mattone.
Poteva sicuramente ospitare molto più verde la nuova piazza Vito Ragusa, premiata comunque dall'originalità architettonica. Appare invece assai più discutibile la scelta fatta nell'area che separa la stessa piazza dalla via Pirandello, dove al posto di una più logica villa con alberi, sentieri e piante, è spuntato un parcheggio (quindi una colata di asfalto) che dovrebbe servire i fedeli che si recheranno presso la nuova chiesa di San Nicolò, quando e se verrà realizzata.
Poco distante dalla piazza Ragusa, fra le vie Crispi e Donizetti, nel luogo dove fino a 30 anni fa sorgevano due padiglioni risalenti alla frana del 1922, è stato realizzato un parcheggio dall'accesso complicato. Qualcuno ricorderà certamente la via Crispi adornata da maestosi alberi, cancellati oggi da una distesa di asfalto e cemento.
Concludiamo con l'area delle scuole elementari, trasformate in un parcheggio con alberi (finalmente!) e un campetto di calcio a 5, in un'area che ne avrebbe ospitato uno a 7 oppure un secondo polivalente, pertanto il mattone ha coperto l'area in eccesso. Ma il vero problema è che questa struttura è nata già vecchia, purtroppo, perché i materiali utilizzati per realizzarla erano già obsoleti nel 2010.
È banale sottolineare come per la riqualificazione del paese serva una linea più green; e che le aree delle abitazioni distrutte debbano essere destinate a verde pubblico.
Sia chiaro, non si tratta di una polemica con l'attuale amministrazione, anche perché fra le opere citate alcune sono frutto del lavoro delle amministrazioni degli ultimi 20 o 30 anni. Piuttosto è un appello ad invertire la rotta, ad investire sulla prevenzione del territorio, alimentando quel cambiamento che serve per garantire a San Fratello un futuro. È questo sarà possibile solo se conosciamo il nostro passato.
Non possiamo permetterci un nuovo dissesto, pertanto ogni nuova opera che sorge nel nostro territorio, sia una strada, una piazza o una chiesa, prima che essere bella deve essere pensata per non danneggiare ulteriormente il territorio di San Fratello.

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