I normanni sui Nebrodi (la prova strategico-militare)


Una delle prove più importanti di un passato arabo-bizantino di San Fratello è, come abbiamo visto, la strategia normanna per conquistare la Sicilia. Deboli numericamente rispetto a musulmani e bizantini, i normanni si insediarono nella parte centrale dell'isola, e costruirono una rete con l'intento di dividere la Sicilia. Non avevano né i mezzi né tantomeno i numeri per costruire una città di sana pianta, e oltretutto sarebbe stato sconveniente dal punto di vista militare con l'impegno di risorse utili a conquistare più insediamenti. Inoltre, l’area nebroidea era già coperta con il loro arrivo a San Marco, Alcara, Militello, Caronia, San Teodoro e Cesarò. 

Aveva dunque senso costruire una città dal nulla a San Fratello?

Il loro arrivo nel territorio di San Fratello fu inevitabile perché, come per i centri appena citati, anche a San Fratello vi era un insediamento sulla Roccaforte, presumibilmente risalente al periodo bizantino, quando in tutta l’isola furono fondati centri abitati nei punti più inaccessibili dell’isola.

Il piano normanno era quindi ben delineato: dovevano insediarsi in borghi già esistenti. E così fecero sui Nebrodi, dove si insediarono in città già presenti sul territorio da diversi secoli, così come testimoniano ruderi, cultura e culti religiosi.

A SAN MARCO l’ultima notizia di Haluntium risale al VI secolo d.C. In città la chiesa madre è dedicata a San Nicolò, ma la presenza del rito greco-bizantino è assai presente anche nei culti e negli edifici storici, su tutti le chiese di San Basilio, San Teodoro e di San Giovanni. Il castello venne fondato nel 1061 dai normanni, ed era il principale sui nebrodi.

Il culto di San Nicolò ha caratterizzato anche la storia di MILITELLO ROSMARINO, così come era presente il culto di Costantino. Con l’arrivo dei normanni, Militello, divenne una cittadella militare, presidio fondamentale per proteggere il territorio a nord di Troina.

Ad ALCARA LI FUSI l’attuale Chiesa Madre sembrerebbe sorgere sui resti di un tempio pagano, divenuto luogo di culto cristiano in epoca bizantina. Fonti storiche documentano l’esistenza di Alcara Li Fusi durante il periodo arabo, chiamata Akaret, castello in arabo. Secondo gli studiosi locali, in questo territorio sorgeva l’antica Krastos, poi cambiò nome in Castel Turiano, poi Akaret e infine Alcara. Da notare come la confraternita della chiesa Madre sia dedicata a Maria SS Assunta.

A LONGI si hanno notizie che i normanni, giunti in questa città ingrandirono sia il Castello (costruito tra l’VIII e il X secolo), che il perimetro urbano esistente.

Vito Amico nel 1757 scrive: “convengono essere Saracene le origini di FRAZZANO'”. La sua fondazione si fa risalire, infatti, all’835 ad opera di profughi fuggiti da Krastos.

MIRTO è presente già a partire dal V secolo d.C.. Il culto dei tre Santi Alfio, Filadelfio e Cirino, confermato anche dalla presenza di una chiesa a loro dedicata, si fa risalire al 1387, anno che la tradizione locale identifica come data del rinvenimento delle reliquie. La presenza del rito greco-bizantino è confermata anche da una chiesa dedicata a San Nicola dei greci. La chiesa Madre riedificata su un impianto normanno è stata ridedicata a Maria SS Assunta.

A CAPRILEONE si hanno notizie di una certa vitalità pre-normanna, come dimostrerebbe il culto di San Costantino. Ha un passato bizantino e poi arabo anche GALATI MAMERTINO. Tracce di un passato arabo si trovano nei ruderi del castello. Chiaramente bizantino è il culto dell’Arcangelo Michele.

TORTORICI è stata fondata in epoca bizantina da popolazioni di origine greca, tra il VII-VIII sec. Tra i culti antichi, anche a Tortorici ci sono la chiesa di San Nicolò di Bari e il duomo di Maria SS Assunta.

CASTELL'UMBERTO, anticamente Salusapri, aveva una parte della popolazione greca professante il culto di San Nicola. Un gruppo era formato da latini col culto latino di Santa Maria. La terza comunità era formata da siculi frammisti ad elementi di lontane origini cartaginesi legati al culto di Mercurio. Costretti ad esulare, la comunità latina fondò Rumanò, il quartiere più antico di Tortorici. La comunità siculo-cartaginese fondò Rasipullò, contrada poi intitolata a Mercurio, dal culto di quelle popolazioni ancora pagane. Nella contrada Mercurio, infatti, non esiste alcuna chiesa né antica né di recente istituzione. Il gruppo più nutrito della popolazione fondò Randacoli (con una chiesetta intitolata a San Nicola) e Casta-Nea.

SAN PIERO PATTI, Petra dei greci, con l'avvento del Cristianesimo “Sanctus Petrus” e dopo ancora Sanctipetri supra Pactas (San Pietro sopra Patti). Con gli Arabi in Sicilia, anche San Piero fu occupata dai saraceni. San Piero conobbe un nuovo periodo di prosperità durante il regno del Gran Conte Ruggero I di Sicilia.

Le origini del centro abitato di SANT'ANGELO DI BROLO, così come è oggi disposto, risalgono alla campagna Normanna contro i Saraceni condotta da Ruggero II D'Altavilla. Erano già presenti nel territorio quattro casali greci.

CARONIA, anticamernte Calacte, iniziò un lento declino in età tardo imperiale, ma la vi vita dell'abitato continuò, e da fonti storiche si apprende che anche dopo il V sec. d.C. l’abitato era presente su scala molto ridotta. I normanni fortificarono il castello. La Chiesa Madre è intitolata a San Nicola, testimoniando la presenza di greci-bizantini e del loro culto.

CAPIZZI si arricchì di molte vie di comunicazione: cinque "trazzere" la univano agli antichi abitati di Troina, Mistretta, Santo Stefano di Camastra, Caronia e San Fratello (secondo fonti storiche si tratta del primo periodo bizantino). I Bizantini crearono una cittadella, oggi quartiere "Casalini", facente perno su tre chiese: Santa Sofia, S. Teodoro e San Zaccaria; e con la sua acropoli nella Chiesa di San Nicolò di Mira (oggi di Bari)". L’arrivo di una folta comunità araba è datato nell'860; vi eressero un castello con funzione di fortezza e carcere; crearono un nuovo quartiere, denominato "Raffo". L’arrivo dei normanni coincide con la costruzione e il potenziamento di numerosi edifici ecclesiastici.

CESARO', in arabo "kaer", cioè "luogo fortificato", poi Kasr, Kasròn e quindi in Cesarò, è noto nel periodo arabo come luogo vedetta. Mentre il culto di San Calogero sarebbe una prova di una presenza greco-bizantina.

All’arrivo dei Normanni nella vallata del Fitalia, la realtà abitativa di questo territorio era particolarmente fiorente. A sud il villaggio SAN SALVATORE che in seguito diede l’origine ed il nome al castello; ad oriente vi era il villaggio del Fitalia anch’esso successivamente divenuto castello; a poca distanza dal villaggio Fitalia, sul versante sinistro della collina, vi era il villaggio Kami o Cuma (poi chiamato Santa Maria di Cuma ed oggi S. Maria di Roma); nel territorio dell’attuale comune, si trovavano anche i villaggi di S. Giorgio, Fani, Kubli, Kallegra; ed in fine sorgevano numerose torri di avvistamento: Tre torri erano in contrada Rocca di Fitalè, la torre di Kami o Cuma, la torre di Castinnuzzu; le torri di Sant’Adriano Vecchio, Ruggeri e quella di Callegra o Giugà o Villa; altre tre torri in contrada Vischetto o Boschetto; la torre di Daino chiamata anche Torre D’Amato, e poi la torre in contrada Casteddu, Torre Capitano e Torre di contrada Fani o Bufana.

Nel territorio di SAN TEODORO esisteva una torre con feritoia, costruita su un “fundaco” risalente agli Arabi, e di fronte a questa, una chiesa dedicata a S. Teodoro.

Gli Arabi dominarono MISTRETTA tra l'827 e il 1070. Ristrutturarono il Castello bizantino edificato nel punto più alto della città. Alla dominazione araba succedette quella normanna durante la quale il castello fu ulteriormente ampliato. Presente in città la chiesa di San Nicolò di Bari.

SANTO STEFANO prende la propria denominazione dalla chiesa del monastero benedettino di S. Croce di Santo Stefano in Val Demone. Il primo nucleo del casale di Santo Stefano si forma come aggregazione di un gruppo di vassalli e di villani che dipendono dal Monastero di S. Stefano. Il culto di San Nicolò di Bari si fa risalire ad una piccola presenza bizantina. Storia analoga a quella di PETTINEO e CASTEL DI LUCIO.

A TUSA, negli ultimi decenni del IX secolo, la maggior parte della popolazione di Alesa Arconidea, ha abbandonato la città per spostarsi sul luogo dove oggi sorge Tusa, dove si trovava un villaggio bizantino. La chiesa di San Nicola di Bari fu la prima chiesa costruita a Tusa, ed era la matrice fino a tutto il XV secolo. Nel Cinquecento la vecchia chiesa matrice di San Nicola era divenuta ormai insufficiente e si decise di demolire il palazzo per la costruzione di una nuova chiesa. Da quel momento e fino ad oggi la Chiesa Madre è dedicata a Santa Maria (storia assai simile è raccontata anche a San Fratello).

MOTTA D'AFFERMO ha origine come piccolo insediamento sorto dalla diaspora degli abitanti di Halaesa in età tardo-imperiale romana e con la successiva colonizzazione bizantina (VII-IX secolo). Infatti Sparto, antico nome del centro, è un toponimo di chiara derivazione ellenica, dato che sia nel greco antico sia in quello moderno significa "ginestra", ancora oggi l'arbusto caratterizza fortemente le colline del territorio di Motta. I normanni fortificarono il vecchio casale di Sparto.

L'origine di RACCUJA è legata al monastero di San Nicolò del Fico, dell'ordine di rito greco di San Basilio, costruito in età bizantina, e sopravvissuto al periodo della dominazione araba in Sicilia. Nel 1091 Ruggero I di Sicilia dotò il monastero di un vasto e ricco territorio, come risulta da un privilegio del 1144. Sono pre-normanne anche NASO e UCRIA.

Nel territorio di POLLINA sono tanti i toponimi che ricordano il passaggio arabo. La città erroneamente riconosciuta come Apollonia divenne Abulloniah. Con l’arrivo dei Normanni il paese diventa finalmente Pollina, e riceve un forte impulso economico e culturale.

A CEFALU' le tracce lasciate dai Bizantini sono alcuni resti di fortificazioni; negli usi e costumi quelle riferibili agli Arabi; magnifiche e monumentali quelle lasciate dai Normanni. Nel periodo del dominio bizantino l'abitato si trasferì dalla pianura sulla rocca. La vecchia città non venne tuttavia del tutto abbandonata, come prova il recente rinvenimento di un edificio di culto cristiano. I normanni fondano la Chiesa di S.Giorgio (1129) e, poi, la Basilica Cattedrale (1131).

PATTI nel periodo bizantino era molto più piccola e priva di quella importanza politico-economica di cui godeva un tempo. Nel IX secolo, gli Arabi ne completarono definitivamente la distruzione, costringendo i pochi abitanti ad emigrare in altri siti, compresa la cittadella ormai fortificata. All’arrivo dei Normanni persistono i culti antichi riferibili ad una chiesa di San Nicolò di Bari e una di Santa Maria dei Greci.

Secondo questo quadro storico, la costruzione di una nuova città nel territorio di San Fratello sarebbe quindi l'unica eccezione fatta dai normanni, in un territorio oltretutto già coperto militarmente. Ma a rendere questa storia ancora meno credibile, sarebbe un altro fatto storico. Dalle fonti apprendiamo che nel territorio di San Fratello, i normanni, non costruirono solo una citta, bensì due! E questo, alla luce dei fatti raccontati, sembrerebbe ancora più assurdo. 


Fonti:

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  • Mirto – il suo patrimonio artistico e culturale (Comune di Mirto, 1998)
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