Nel 911 gli arabi giungono anche sul Monte Vecchio e
distruggono il Monastero di Santa Maria. Lo stesso anno dalle fonti arabe si apprende
la distruzione della misteriosa città di Demenna, già semivuota da circa un
decennio. Demenna, infatti, era stata assediata per 17 giorni nel 901, poi
l’esercito musulmano l’abbandonò perché impegnato su altri fronti. L’anno
successivo gli arabi tornarono ma la trovarono vuota.
È assai probabile che le reliquie dei tre Santi rimasero
sepolte fra i ruderi del monastero fino a quando, in seguito allo sbarco
normanno in Sicilia, Ruggero I decise di utilizzare i monasteri per convertire
la popolazione al cristianesimo, concedendo loro privilegi e concessioni. Nella
strategia normanna di conquista dell’isola c’era ovviamente il recupero degli
antichi cenobi distrutti. Fra questi, quindi, anche il recupero del monastero
di S. Maria alle dipendenze del monastero di San Filippo di Fragalà.
Siamo all’alba dell’anno 1100 e la politica intrapresa dai
normanni inizia a dare i propri frutti: dalle vicine campagne e dal vicino
borgo sulla Roccaforte, un gruppo di contadini si sposta sul Monte Vecchio,
installandosi nelle antiche abitazioni greco-romane di Apollonia, recuperandole e mettendo
in coltura i terreni del monastero, allettati dai privilegi concessi dai nuovi
regnanti dell’isola.
E’ in questo contesto di recupero del monastero e delle antiche abitazioni che furono ritrovate le reliquie dei Santi Alfio, Filadelfio e Cirino. Il primo documento che collega i Tre Santi al nostro territorio, è il testamento dell'Egumeno Gregorio, primo abate del monastero di San Filippo di Fragalà, probabile artefice del recupero del monastero di S. Maria sul Monte Vecchio e fondatore di altri conventi basiliani nell'allora diocesi di Troina. Il documento risale all'anno 1105.
Il ritrovamento fu un momento cruciale per il territorio: il nascente
borgo sul Monte Vecchio venne intitolato ai Santi ritrovati, così come il nuovo
monastero ricostruito sui ruderi del precedente. Qualche anno più tardi, quando
i normanni giungeranno anche nel borgo sulla Roccaforte, riqualificheranno il
castello bizantino, e questa costruzione verrà intitolata a San Filadelfio.
Fonti:
- Joanne-Angelus De Ciocchis. Sanctae Regalis Visitationis per Siciliam a Joanne Ang. De Ciocchis, Caroli III regis jussu: acta decretaque omnia, Vol. II (1836)
- Mario Scaduto. Il monachesimo basiliano nella Sicilia medievale: rinascita e decadenza, sec. XI-XIV (Ed. Storia e Letteratura, 1947).
- Michele Spadaro. I Nebrodi nel mito e nella storia (Ed. Edas, 1993).
- Luigi Vasi. Delle Origini e Vicende di San Fratello (Archivio Storico Siciliano, 1882)
- Rocco Pirro. Notizie sacre della chiesa siracusana (1577).
- A. Bonanno. Vita dei tre Santi Alfio, Filadelfio e Cirino (1837). Antico manoscritto custodito presso la regia biblioteca di Bronte.
- Codicillo Testamentario di Gregorio (Gregogio, Palmeri. Somma della storia di Sicilia).
- Dissertazione sopra una statua di Marmo Di Gabriele Lancillotto Castelli (principe di Torremuzza) · 1749.
- Ottavio Gaetani. Vitae Sanctorum siculorum (Palermo 1657);
- Filadelfio Mauro. Istoria de’ SS. MM. Alfio Filadelfio Cirino e lor compagni (Catania, 1691);
- Rocco Pirro. Sicilia Sacra (Palermo, 1773).
- Benedetto Iraci. Bibliografia sui Santi Fratelli Martiri Alfio, Filadelfio e Cirino (Montedit Editore, 2021)
- Antonino Bonfiglio. I Santi Martiri e i Santi confessori di Lentini (Ed. Saluta, 1966)
- Elio Cardillo. I giorni di maggio. Appunti e riflessioni di un Devoto Spingitore sulla festa di Sant’Alfio (2005)
- Salvatore Castorina. Guida e descrizione della Città di Aci Regale (Ed. Bonanno, 1989)
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