Cartina ottocentesca di San Fratello, dove si nota come il paese fosse diviso fra Nicolini e Mariani |
L’arrivo dei normanni in luoghi già popolati da popolazioni
arabe e greco-bizantine ha lasciato tracce inequivocabili nei culti religiosi,
ma soprattutto ha lasciato tracce in quelle che sono state spesso definite
lotte religiose per fregiarsi del titolo matriarcale e, quindi, avere
un’egemonia su gran parte del territorio e della popolazione.
A Tusa, San Fratello e Nicosia la storia si ripete: l’arrivo
dei lombardi ha provocato qualcosa di molto simile. Nel centro ennese, ad
esempio, i lombardi si stanziarono nella parte alta del borgo nel quartiere di
Santa Maria di rito latino. La popolazione greco-bizantina si spostò nella
parte più bassa fondando un nuovo quartiere che gravitava intorno alla chiesa
di rito greco di San Nicolò. La difficile convivenza tra i lombardi, detti
anche Mariani, e i greco-bizantini, detti anche Nicoleti, degenerò, sin
dall'inizio, in una vera e propria lotta etnica. Dal 1400 questa rivalità, da
contrasto etnico, si trasformò più in un antagonismo religioso, per imporre
l'una o l'altra chiesa come Chiesa Madre.
Una storia simile si è verificata anche a San Fratello, con
l’unica eccezione che le due parrocchie si trovavano in posizione invertita:
sopra San Nicolò e sotto Santa Maria.
A Tusa, negli ultimi decenni del IX secolo, la maggior
parte della popolazione di Alesa Arconidea ha abbandonato la città per
spostarsi sul luogo dove oggi sorge il centro montano, lassù dove si trovava un
villaggio bizantino. La chiesa di San Nicola di Bari fu la prima
chiesa costruita a Tusa, ed era la matrice fino a tutto il XV secolo.
Nel Cinquecento la vecchia chiesa matrice di San Nicola era divenuta ormai
insufficiente e si decise di demolire il palazzo per la costruzione di una
nuova chiesa. Da quel momento, e fino ad oggi, la Chiesa Madre è quella dedicata
a Santa Maria.
La stessa storia viene raccontata anche a San Fratello. Ma
le fonti storiche ci dicono che in realtà la supremazia della chiesa mariana su
quella nicolina (passaggio avvenuto anche in altri centri) è semplicemente
frutto della crisi del rito greco-bizantino in favore di una sempre maggior
ascesa della chiesa latina.
Questo fenomeno si è verificato in diverse parti dell’isola.
In Sicilia la prima chiesa costruita dai normanni venne dedicata a Santa Maria.
In tutta l’isola nel periodo Normanno verranno dedicate 132 chiese a S. Maria e
solo 34 a San Nicolò. Sui Nebrodi il rapporto fra le due chiese sarà diverso,
in quanto in tutta l’area nebroidea, contrariamente al resto dell’isola, hanno
resistito durante la dominazione araba delle isole greco-bazantine. Le chiese
infatti dedicate a S. Maria sono 15 e a San Nicolò 7.
Fonti:
- Tommaso Fazello, Le due deche dell'Historia di Sicilia, Venezia, fratelli Domenico & Gio. Battista Guerra, 1574.
- Giuseppe Beritelli e La Via barone di Spataro, Notizie Storiche di Nicosia, Palermo, 1852
- Salvatore Trovato, Virescit vulnere virtus, in “Saggi di toponomastica nicosiana", Nicosia, 1997
- Mariano La Via, Rivalità e lotte tra Mariani e Nicoleti in Nicosia di Sicilia, in Archivio Storico della Sicilia, 1898
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