Nel XII sec il Monte Vecchio tornò ad essere abitato e,
contemporaneamente, sulla Roccaforte si trova “La Motta”.
Il termine “motta” indica una collina artificiale eretta con
il terreno di risulta proveniente dallo scavo del fossato che circonda l’altura
stessa ed il sistema di difese in terra e legno, più o meno articolato. Un
ulteriore definizione ci indica un rialzo del terreno, una collinetta, oppure
altura, poggio, mucchio di sabbia o di sassi, isola artificiale costruita in un
punto conveniente. In età feudale il termine passò a significare un castello
costruito su una piccola altura.
Questi due borghi, già agli albori del XIII secolo, si sono uniti
sotto la Roccaforte con un trasloco abbastanza rapido e ancora oggi
inspiegabile.
La Motta si estendeva molto probabilmente fino al campanile
della Chiesa di Santa Maria ricostruita dopo la frana del 1754, che non era
altro che un’antica torre normanna riadattata. Se osserviamo la distanza tra il
castello e la posizione di questa torre, possiamo affermare che la Motta di San
Fratello doveva essere abbastanza estesa e, tra la prima e la seconda cinta
avrebbe certamente ospitato molte abitazioni.
Nel 1272 la Motta di San Filadelfio verrà elevata a regio
castello dell’isola, e sembrerebbe che in tale data il centro abitato sia già
uno solo sul territorio, chiamato per l’appunto San Filadelfio, e concentrato
tutto attorno alla Roccaforte.
Fonte:
Castelli medievali in Sicilia dai bizantini ai normanni. Di Ferdinando Maurici · 1992
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