I Normanni (uomini del nord), di origine scandinava, erano
ottimi mercanti, ma, soprattutto, temerari avventurieri, pirati di mare,
valorosi guerrieri. Tra l'VIII e l'XI secolo, spinti da sconvolgimenti politici
e da un innato spirito aggressivo, razziavano i centri marittimi e fluviali
dell'Europa centrale,
Nel 911 il re di Francia Carlo III, il Semplice, assegnò loro il territorio
dell'attuale Normandia. Da qui alcuni andarono in Inghilterra a fare conquiste,
altri, intorno all'anno Mille, sceserò in Italia: nel 1038 aiutarono i
Bizantini a liberare la Sicilia dagli Arabi. Guidali da Roberto il Guiscardo.
dopo essere venuti in contrasto col generale Giorgio Maniace, lasciarono la
Sicilia e si portarono in Puglia.
Nel 1059 Roberto fu nominalo dal papa duca di Puglia e di Calabria e nel 1060
era pronto per la conquista della Sicilia.
Furono gli Arabi stessi ad offrire ai Normanni una favorevole occasione: il
principe di Siracusa Ibn Timnah, sconfitto dal cognato Alì-ben-Naamh principe
di Castrogiovanni, si rifugiò in Calabria dove i Normanni si dichiararono
disponibili ad aiutarlo a rientrare nella sua città...
L'operazione Sicilia fu affidata a Ruggero, fratello di Roberto che, nel 1060
occupò Messina, nel 1071 Palermo nel 1086 Siracusa. Una dopo l'altra caddero
quelle che erano considerate inespugnabili roccaforti arabe: Girgenti.
Castrogiovanni, Butera.
Con la presa di Noto, avvenuta nel 1091, la conquista della Sicilia da parte
dei Normanni potè dirsi completata; Ruggero fu conte di Sicilia.
I nuovi "ospiti" fortificarono tutte le città potenziando le mura e
costruendo castelli, ma diedero ampio risalto anche all'edilizia sacra;
abbatterono le moschee innalzate dai loro predecessori e ridiedero l'originale
aspetto a quelle costruzioni che gli Arabi avevano adattato al loro culto.
A Siracusa restaurarono i monasteri danneggiati e ne costruirono di nuovi un
po' ovunque, affidandoli a prelati di indiscussa rettitudine. Sorsero le chiese
di San Nicolò ai Cordari e S. Tommaso, mentre si ristrutturarono quelle di Santa
Lucia al sepolcro, S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista, il Duomo.
Ai parenti del re e a quei cittadini che si erano distinti nella lotta contro i
Musulmani, vennero assegnati castelli, villaggi, città e grandi estensioni di
terre con doveri di vassallaggio, in diretta dipendenza dalla casa reale;
nacquero i ducati, le contee, le baronie e i feudi.
Palermo fu la capitale del regno di Sicilia, così come lo era stata per gli
Arabi; Siracusa, che fu una Contea comprendente molte baronie, fu affidata a
Giordano, figlio del re.
Sarà uno stratigoto ad amministrare la città, in sostituzione del Conte; mentre
un bajulo esaminava le controversie civili e riscuoteva i tributi.
Il "principio delle consuetudini" facilitò la convivenza di popoli
tanto diversi fra loro; Greci, Lombardi, Franchi, Ebrei, Arabi e Normanni non
avrebbero potuto essere governati da leggi comuni per cui, per effetto della
consuetudine, ciascuna comunità ottemperava alle leggi e agli usi propri del
paese di origine.
Ciascuna comunità, inoltre, aveva un proprio notaio che trascriveva gli atti
nella propria lingua; i Normanni fondarono il primo Stato, nel senso moderno
della parola.
A Siracusa, dopo duecento anni di assenza, fu ristabilita la Cattedra Vescovile
e si delinearono i confini della nuova Diocesi che fu affidala al monaco
benedettino Ruggero.
Il nuovo vescovo riconsacrò il Duomo ed adottò il rito latino gallicano.
Nel 1093 a Siracusa mori improvvisamente il conte Giordano ed il padre fece
celebrare una solenne cerimonia funebre nella chiesa di San Nicolò ai Cordari
facendo poi tumulare la salma nella abbazia di Santa Maria di Milo a Messina.
Tancredi, nipote del conte Giordano, gli succedette nella città aretusea. Ma,
con la morte di quest'ultimo, Siracusa cessò di essere Contea, per divenire
città demaniale.
Nel 1130 papa Anacleto incoronò Ruggero II re di Sicilia, Puglia e Calabria.
Regnando Guglielmo il Malo (così chiamato perché amante dei piaceri, violento e
crudele), Siracusa ebbe uno stratigoto di eccezione; Sinibaldo, signore di
Quisquina, padre di Santa Rosalia; secondo alcuni studiosi la Santa avrebbe
avuto i natali proprio a Siracusa.
La domenica di Pasqua del 1140 una violenta scossa di terremoto fece crollare
sui fedeli, raccolti a celebrare la funzione religiosa, la volta del Duomo. Si
salvarono solo i sacerdoti celebranti, protetti dall'abside che
miracolosamente, restò in piedi. I Normanni ricostruirono il Duomo e lo
dotarono di un imponente portale gotico con rosone e di un alto campanile. Il
vescovo Riccardo volle la volta ornata di dipinti.
Ma intanto nell'isola nascevano quei capolavori di architettura che ancora oggi
possiamo ammirare: la Cattedrale, la Cappella Palatina e la chiesa di S.
Giovanni degli Eremiti a Palermo, la Cattedrale di Cefalù, il Duomo e l'annesso
Chiostro di Monreale, il Duomo di Messina, solo per citare i più famosi.
Guglielmo II il Buono, favorì l'avvento degli Svevi; alla sua morte, infatti,
l'unica erede naturale risultò essere la zia Costanza che egli stesso aveva
fatto sposare ad Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa della casa sveva
degli Hohenstaufen.
Come era prevedibile, quando il trono di Sicilia restò vacante, il Barbarossa
avanzò delle pretese a favore del figlio, ma i Siciliani si affrettarono ad
eleggere Tancredi, figlio illegittimo di Guglielmo.
Dopo appena cinque anni di regno, Tancredi all'età di 34 anni morì lasciando
unico erede il figlioletto Guglielmo III. Fu a questo punto che Enrico VI,
aiutato dalle repubbliche marinare di Pisa e di Genova, alle quali aveva
promesso Siracusa, raggiunse la Sicilia e, avuta ragione dei Normanni, il 25
dicembre del 1194 si fece incoronare re con una imponente cerimonia, nel Duomo
di Palermo.
Il nuovo re di Sicilia imprigionò il giovane Guglielmo, lo accecò, lo evirò e
lo spedì assieme alla madre Sibilla in Germania.
La moglie di Enrico, postasi in viaggio dalla Germania per raggiungere il
marito in Sicilia, a Jesi diede alla luce il figlio Federico (il futuro grande
Federico II).
Nel 1197, rimasta vedova, fece incoronare imperatore il figlioletto di appena
tre anni, assumendone la reggenza.
Dopo oltre un secolo di dominazione Normanna, la Sicilia passava alla dinastia
sveva degli Hohenstaufen.
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