Una sventura chiamata Agatocle

 


In uno dei periodi di maggior splendore Apollonia venne distrutta da Agatocle nel 307 a.C. Chi era costui?

La repubblica democratica, istituita da Timoleonte, durò appena vent'anni; nel 317 a.C., infatti, sopraggiunse una nuova sventura di nome Agatocle. Espulso da Siracusa già da semplice cittadino, perché ritenuto "elemento pericoloso", vi fece rientro con la forza.
Con una serie di sotterfugi, riuscì a farsi nominare stratego della città. Convinto che la strada della tirannide fosse disturbata "solo" dai seicento nobili del governo repubblicano, li fece uccidere tutti in una sola notte e, nel contempo, eliminò altre settemila persone che in qualche modo potevano disturbare i suoi piani. Fu proclamato tiranno di Siracusa!
Gli eccidi furono il suo forte; assediato dai Cartaginesi, anziché fronteggiarli, guidò personalmente una flotta in Africa, lasciando in città tutti i soldati originari di Siracusa e portando con se i mercenari ed i figli dei ricchi e nobili siracusani in ostaggio. Parecchie città cartaginesi caddero nelle sue mani ed il bottino che riuscì ad accumulare fu ingentissimo. Agatocle non riuscì comunque ad espugnare Cartagine.
Rientrato in Sicilia, ordinò il massacro delle famiglie che, in sua assenza, avevano tramato contro di luì.
Fece ritorno in Africa perché le città conquistate si erano ribellate e, quasi tutte, avevano ripreso la propria autonomia; ma, vista l'impossibilità di venire a capo di una situazione divenuta insostenibile, abbandonò l'esercito e i suoi stessi figli sulle spiagge africane e fece ritorno a Siracusa con una sola nave. Ovviamente la rabbia dei soldati si riversò proprio sui figli del tiranno e questi, saputa la notizia, fece uccidere i parenti dei soldati "assassini".
Sopite le velleità espansionistiche, Agatocle si dedicò alla sua città: costruì in Acradina un reggia, detta "dei sessanta letti" dal numero dei letti contenuti nella sala del triclinio. Ma pensò anche a fortificarla; costruì infatti due fortezze a guardia del porto piccolo, una in Ortigia e l'altra di fronte, in Acradina. Sottomise gran parte della Calabria.
Si imparentò con Pirro, re dell'Epiro, dandogli in sposa la figlia Lanassa. Questo matrimonio, a causa della dissolutezza e della ostentata infedeltà del re, finì presto: Lanassa che aveva avuto un fìglio da Pirro, passò a nuove nozze con Demetrio Poliocerte, re della Macedonia.
Nel 289 a.C. Agatocle finì i suoi giorni avvelenato da Menone, uno dei suoi favoriti.
Fu ripristinata la repubblica e, come usciti da un incubo, i Siracusani cancellarono i segni della tirannide: distrussero tutti i monumenti che raffiguravano il vecchio Agatocle e abbatterono le costruzioni da lui volute.
I mercenari e i più fidati soldati del tiranno abbandonarono la città e occuparono Messena, formando con gli altri mercenari che abitavano la città, il popolo dei Mamertini.

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