Venuto meno il potere centrale di Roma la corsa
alla montagna caratterizzò per diversi secoli la Sicilia, con le popolazioni
intente ad arroccarsi nei punti più inaccessibili dell’isola, per difendersi
dalle incursioni piratesche. Inoltre, la Sicilia, venne interessata da un’importante
flusso migratorio, poiché
popolazioni greche, africane e siriane fuggirono dalle
loro terre, già nel VII sec., per l'incalzare dei musulmani. Altri popoli si spostarono dalla penisola, in particolar modo dalla vicina Calabria.
Nel 732
l’Isola passò al patriarcato di Costantinopoli e diversi cenobi furono fondati
da monaci basiliani, generalmente ortodossi o cattolici di rito greco.
In questo
contesto storico sono da collocarsi alcuni avvenimenti nel nostro territorio:
sul Monte Vecchio la nascita di un monastero basiliano dedicato a S. Maria dei
Palagi; sul Furiano la fondazione di un secondo monastero dedicato a San
Pancrazio; sulla Roccaforte la nascita di un centro abitato con relativo
Castello fortificato.
Sul nome di questo piccolo abitato esistono varie ipotesi, di certo, nel XII secolo contemporaneamente all’arrivo dei normanni sul territorio, l’abitato verrà chiamato San Filadelfo. Quindi, il primo centro abitato sulla Roccaforte non è da collocarsi storicamente con l'arrivo dei normanni, ma in piena epoca bizantina.
Molti secoli
dopo, Saverio D’Amico prova a fornirci un quadro storico sulla situazione del
territorio: “...il forte, o sia castello d’Alunzio era situato in faccia allo scirocco. Vicino la porta d’entrata della città, dirimpetto a San Fratello,
ossia in faccia al castello Turiano.”
Sappiamo che
D’Amico commise l’errore già a suo tempo fatto da Tommaso Fazello, cioè di
riconoscere Alunzio sul Monte Vecchio piuttosto che Apollonia, ma il resto
della descrizione appare veritiera.
Ancora più
attendibile è la descrizione fatta un secolo più tardi da Benedetto Rotelli: “...nella
vetta del monte vi è un gran piano sostenuto dalla parte del levante da balze e
rupi inaccessibili, vi era il tempio dedicato a Venere degli antichi Turj e
troiani. Vi era in esso un idolo di marmo pare rappresentante la Venere. Fu dai
primi cristiani infranto allorché nel III sec. il detto tempio fu consacrato
dal Vescovo Santo Agatone al culto Divino e a Maria SS Annunziata”.
“...il
tempio di Venere e del citato luogo dedicato a tutti gli dei dal popolo
aluntino se ne fece poi nel IV sec. con altre nuove fabbriche intermedie un
Convento di Padri Basiliani li quali perdurarono sino al IX secolo.”
A rendere
gli scritti del Rotelli molto attendibili, saranno anche gli scavi svolti sul
Monte Vecchio di San Fratello ad inizio degli anni 2000, quando gli
archeologici ritrovano gran parte delle strutture già descritte dal Rotelli,
esattamente come furono esposte dallo storico sanfratellano.
Fonti:
- Saverio D’Amico. Ricerche storico critiche sulle ruine dell’antica Alunzio in Sicilia (Messina, 1844)
- Sicilia preunitaria - Controlettura del Risorgimento” 2010) Giuseppe & Salvo Musumeci
- G. Ciotta. Basiliani, in Enciclopedia dell’Arte Medievale (Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1991-2000)
- Benedetto Rotelli. Manoscritto del 1824 – nota 13
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