Perchè i normanni vennero a San Fratello?



I normanni arrivarono in diversi momenti: tra il 1030 e il 1061 per le operazioni militari con l’obiettivo di conquistare l'intera isola; dal 1089 un nuovo flusso migratorio venne favorito dal matrimonio tra Ruggero I e Adelaide del Vasto; e poi a varie ondate almeno fino al 1150, grazie ad una politica che prevedeva l’incremento della popolazione cristiana per contrastare numericamente i musulmani rimasti sull’isola.

Non avendo un esercito numeroso, il piano di conquista prevedeva di: 

  1. Riadattare castelli e costruzioni rurali;
  2. Fortificare piccoli insediamenti e città;
  3. Controllare grandi valli; 
  4. Tagliare di fatto in due parti la Sicilia e rendere impossibili le comunicazioni tra le grandi città in mano ai saraceni.

In un primo momento gli insediamenti galloitalici sono stati scelti in maniera strategica da Ruggero I, in un’area a forma di cuneo compresa fra due delle tre valli, con l’obiettivo di separare la Sicilia orientale da quella occidentale e chiudere le principali vie di accesso a Troina, che era la principale base logistica nonché il centro strategico scelto dai normanni tra il 1061 e il 1072. I centri dove si trovavano i presidi militari non dovevano superare i 30 km di distanza l’uno dall’altro, in modo da consentire una facile comunicazione nonché fare rete sul territorio. 

Sui Nebrodi, la base territoriale venne installata nella citta di San Marco, mentre altri insediamenti interessarono tutte le piccole città già esistenti. Le terre a nord di Troina erano quindi ben coperte, aveva dunque senso costruire dal nulla una città nel territorio di San Fratello? 

La loro strategia era ben chiara, e prevedeva di riadattare castelli e costruzioni rurali per la difesa del territorio, mentre le città vennero spesso dotate di una cinta fortificata arricchita di torri. Dunque in sostanza, andavano dove c'era già qualcosa di preesistente.

In tutta la Sicilia (Nebrodi compresi) i normanni andarono solo in luoghi già abitati o con costruzioni esistenti (anche ruderi), in virtù anche del dato demografico negativo rispetto a musulmani e bizantini, che negli anni successivi alla conquista normanna dell'isola continuavano ad essere più numerosi dei normanni. Non si potevano quindi disperdere energie e uomini in un territorio vuoto, ma l'obiettivo dichiarato era penetrare all'interno delle popolazioni esistenti per divulgare la propria cultura.

L'incastellamento messo in atto per tagliare di fatto in due parti la Sicilia poteva di fatto fare a meno di San Fratello, perché torri di controllo si trovavano nei territori di Cesarò e San Teodoro, e soprattutto perché insediamenti normanni penetrarono a Caronia, Militello (dove venne fondata un’importante caserma di soldati) e San Marco. Tutto ciò offriva già una protezione adeguata a nord di Tronia, che garantiva di concentrare i loro sforzi altrove.

Ma a San Fratello, contrariamente a quanto dice la storia ufficiale, c'era già un insediamento, quindi il loro arrivo fu inevitabile, come per tutti gli altri insediamenti nebroidei esistenti. Non vi fu quindi nessuna eccezione, nessuna città fondata dal nulla, anche perché come abbiamo visto non avrebbe avuto molto senso, e strategicamente sarebbe stato inutile e molto sconveniente.  

Fonti:

  • Nelle terre dei Normanni la Sicilia tra Ruggero I e Federico II : atti del XI Convegno di studi 2015; 
  • Salvatore Riolo. I galloitalici messinesi (Montedit editore, 2007);
  • Litterio Villari. Note sui comuni lombardi di Sicilia (Archivio Storico Messinese, 1957-1959)

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