XII secolo, Da Turiano a San Filadelfio (le testimonianze)

La storia di conquista dei normanni in Sicilia ci racconta come la strategia fosse ben chiara: “vennero riadattati castelli e costruzioni rurali, e le città vennero spesso dotate di una cinta fortificata arricchita di torri. I normanni si spostano in alcuni punti strategici dell’isola atti a controllare grandi valli con una specie di incastellamento messo in atto per tagliare di fatto in due parti la Sicilia e rendere impossibili le comunicazioni tra le grandi città in mano ai saraceni”.

L’abbandono del vecchio nome Turiano che richiamava ad un passato pagano del territorio, in favore di San Filadelfio, marcando di fatto il territorio col cristianesimo, fu probabilmente una delle strategie normanne per convertire gli abitanti.

Tra le testimonianze storiche elenchiamo:

Oltre alla leggenda del castello Turiano, lo storico Rotelli in un prezioso manoscritto cita un tempio dedicato a Venere degli antichi “Turj e troiani”. Nel XVI secolo, Tommaso Fazello dopo aver visitato le rovine sul Monte Vecchio scrive: quasi mezzo miglio lontano, è il castel di San Filadelfo, ch’è nome nuovo e datogli da’ Longobardi secondo che “affermano” gli abitatori. Motivando il cambio del nome con il successivo, “...E perché i Longobardi ebbero per loro portione alcuni reliquji del santo corpo di S. Filadelfo, detto dei Fratelli alloro castello, ò terra novamente edificata la chiamarono San Filadelfo e hoggi di San Fratello…”

Anche D’Amico richiama il vecchio nome del borgo: “...il forte, o sia castello d’Alunzio era situato in faccia al scirocco. Vicino la porta d’entrata della città, dirimpetto a San Fratello, ossia in faccia al castello Turiano.”

Messina riporta una vecchia descrizione della San Fratello medievale: “I longobardi della zona del Monferrato si stabilirono all’ingresso del castello sul monte Piloso (attuale Pizzo) dove era la chiesa dei Diecimila Martiri, la più antica del paese; quelli provenienti dall’Emilia si stabilirono sul Monte S. Martino (attuale Bando); il piano, o valle, o quartiere dei greci, fu abitato da minoranze bizantine e dai vecchi paesani; anche i pochi musulmani, già integrati con la popolazione del luogo, avevano un quartiere alla periferia, detto “porta del Nero”.

In molte tradizioni orali il Castello di San Fratello è citato come “Turiano”, chiaro riferimento al passato dimenticato dell’antico borgo, ma che evidentemente è sopravvissuto in alcuni canti popolari. 

 

 Fonti:

Saverio D’Amico. Ricerche storico critiche sulle ruine dell’antica Alunzio in Sicilia (Messina, 1844)

[Benedetto Rotelli. Manoscritto del 1824 – nota 13]

Filadelfo Mugnos. Il trionfo leontino, ove il maraviglioso et horrendo Martirio e Morte delli gloriosi Martiri Alfio Filadelfo e Cirino, Fratelli della Prisca e fecondissima città di Leontini e d’altri Santi della medesima Città brevemente si mostra (1640)

AA.VV. Atti del Convegno, Viggiù, 29 maggio 2010

Salvatore Scaglione. Ricostruzione e storia si San Fratello (S. Agata di Militello, 1924)

Nelle terre dei Normanni la Sicilia tra Ruggero I e Federico II : atti del XI Convegno di studi 2015

Bartolo Messina. Raccolta di notizie, documenti ed impressioni sulla storia di San Fratello (2000

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