Promessi due mesi di stipendio,
ma all’orizzonte si preannunciano nuovi problemi.
Si apre uno spiraglio nella
vertenza fra operai e Ato Me1. I duecento dipendenti della Multiecoplast,
Fasteco e Lo Vano, imprese che gestiscono il servizio raccolta rifiuti nei
trentatrè comuni dell’Ato Me1, ritorneranno a spazzare le strade e ritireranno
i rifiuti che da lunedì scorso a causa della protesta per il mancato pagamento
di sei mensilità maturate, si sono accumulati lungo le strade dei comuni dell’ambito
Me1.
A tale decisione si giunti nella tarda mattinata di ieri, dopo la
conclusione della manifestazione pubblica tenuta a Sant’Agata Militello e un
incontro voluto dal sindaco di Sant’Agata, Bruno Mancuso, col presidente del
collegio dei liquidatori Francesco Librizzi e con i rappresentanti legali delle
imprese, Antonino Paterniti e Luca Fiasconaro e con i rappresentanti sindacali
dei lavoratori.
Gli Ato rifiuti resteranno in
attività per altri sei mesi almeno. Il governo Crocetta è stato costretto a prendere
atto che il termine del 31 dicembre per chiudere i vecchi carrozzoni non può
essere rispettato. La riforma varata nel 2010 prevede che i 27 Ato vengano
chiusi. La regia per coordinare la raccolta oltre il territorio comunale sarà
affidata a nuove società, le Srr. Che però dovevano nascere proprio in questi
giorni: un obiettivo fallito.
«Depositeremo entro questo mese
una richiesta per portare la competenza del servizio di raccolta rifiuti
ai sindaci. La fine degli Ato deve essere definitiva ma possiamo farlo solo
poco a poco». Lo ha annunciato l'assessore regionale ai Rifiuti, Nicolò Marino.
Ma c'è all'orizzonte una ennesima
grave emergenza rifiuti che rischia di riguardare l'intera provincia di
Messina. Il tribunale amministrativo di Catania ha infatti annullato le
autorizzazioni regionali che consentivano l'esistenza della discarica di
Mazzarrà Sant'Andrea, l'unico impianto di smaltimento presente sul territorio.
A presentare ricorso alcuni proprietari dei terreni vicini alla discarica.
La società che gestisce l'impianto, Tirrenoambiente, preannuncia ricorso al consiglio di giustizia amministrativa. All’orizzonte un’emergenza rifiuti senza precedenti per la provincia. L’impianto dove scaricano cento comuni e dove si raccolgono 650 tonnellate di rifiuti al giorno al momento è destinato a chiudere. Il Tar di Catania ha annullato le concessioni regionali.
Pino Innocenti, amministratore di Tirreno ambiente annuncia ricorso al consiglio di giustizia amministrativa, respinge le accuse lanciate da Furnari, ricorda che l’impianto è stato individuato dalla stessa regione e autorizzato dalla Provincia e parla di errori madornali nella sentenza che non si è avvalsa di perizie.
La società che gestisce l'impianto, Tirrenoambiente, preannuncia ricorso al consiglio di giustizia amministrativa. All’orizzonte un’emergenza rifiuti senza precedenti per la provincia. L’impianto dove scaricano cento comuni e dove si raccolgono 650 tonnellate di rifiuti al giorno al momento è destinato a chiudere. Il Tar di Catania ha annullato le concessioni regionali.
Pino Innocenti, amministratore di Tirreno ambiente annuncia ricorso al consiglio di giustizia amministrativa, respinge le accuse lanciate da Furnari, ricorda che l’impianto è stato individuato dalla stessa regione e autorizzato dalla Provincia e parla di errori madornali nella sentenza che non si è avvalsa di perizie.
“C'è un problema serissimo legato alle
discariche - ha aggiunto il pm in aspettativa - dobbiamo adeguarci a quello
che ci dice l'Ue. Siamo indietro sulla differenziata e così non può
andare. Il quadro è drammatico e dobbiamo intervenire entro il 31 dicembre».
Secondo l'assessore Marino non ci sarà spazio per i termovalorizzatori, perche, spiega, «.sono assolutamente sorpassati».
andare. Il quadro è drammatico e dobbiamo intervenire entro il 31 dicembre».
Secondo l'assessore Marino non ci sarà spazio per i termovalorizzatori, perche, spiega, «.sono assolutamente sorpassati».
fonti: Giornale di Sicilia e Gazzetta del Sud
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