Il tema del convegno di studio scelto quest’anno dal comitato scientifico e organizzatore è «Dialetto nel tempo e nella storia».
Nell’incantevole Cima Sappada, ai piedi delle Dolomiti, in
provincia di Belluno, è in corso di svolgimento l’annuale Convegno
Internazionale di Dialettologia. Iniziati lo scorso 2 luglio, i lavori dei
relatori si concluderanno domenica 5. Il tema del convegno di studio scelto
quest’anno dal comitato scientifico e organizzatore è «Dialetto nel tempo e
nella storia».
Nella cittadina veneta, come ogni anno, si sono dati
appuntamento importanti dialettologi italiani quali Tullio Telmon, Lorenzo
Coveri, Giovanni Ruffino, Patrizia Del Puente, Salvatore C. Trovato e Gianna
Marcato, e stranieri come Andrea Kollar, Marco Gargiulo, Maria Montes, per
citare i più noti. Insieme a loro, numerosi ricercatori provenienti da gran
parte delle università italiane.
Le comunicazioni dei relatori spaziano dalla complessità
della dialettalità nei suoi livelli di articolazione, alla dimensione
strutturale e culturale, dalle rivoluzioni tecnologiche nel percorso storico
dei dialetti, allo studio dei modelli teorici. Gli interventi si stanno
susseguendo a ritmo serrato e attirano, come ogni anno, un pubblico interessato
ed esperto. L’elenco completo degli interventi e l’agenda dei lavori del
Convegno si può consultare sul sito dell’Accademia della Crusca cliccando sul
link seguente:
http://www.accademiadellacrusca.it/it/eventi/convegno-internazionale-studio-dialetto-tempo-storia
Cima Cippada, area sala convegno |
In seno alle fonti scritte e alla dimensione storica della
dialettalità, un momento specifico è stato dedicato al nostro dialetto
galloitalico. Il professore Giuseppe Foti, che da tempo ha fatto del
sanfratellano l’oggetto principale delle sue ricerche, è intervenuto con una
comunicazione intitolata
«Luigi Vasi e la documentazione del dialetto e del folclore
verbale di San Fratello». Ancora una volta, si conferma l’interesse per le
parlate settentrionali di Sicilia che rivestono un’importanza non marginale nel
panorama degli studi linguistici italiani. Tale centralità fu già negli studi
di Luigi Vasi, uno dei più illustri cittadini ai quali San Fratello abbia dato
i natali. Come noto, Vasi fece conoscere il dialetto sanfratellano in sei
scritti pubblicati tra il 1875 e il 1899, soprattutto sulla rivista Archivio
Storico Siciliano.
Nel suo intervento, il professore Foti ha evidenziato la
fondamentale importanza della documentazione fornita dagli studi di Vasi che
consentono di comprendere la veste del nostro dialetto nell’ultimo quarto del
XIX secolo. Foti ha sottolineato come, pur nella penuria degli strumenti di
ricerca, il sacerdote avesse intuito correttamente molti aspetti della natura e
della storia della nostra parlata. Non va, infatti, dimenticato che Vasi è il
primo sanfratellano che abbia affrontato compiutamente il problema
dell’ortografia del dialetto, fornendo alcune soluzioni valide ancora oggi. Lo
studioso intuì, ad esempio, la natura vocalica della “e muta” del sanfratellano e, fin dalle sue prime trascrizioni,
decise di rappresentarla graficamente con il segno "i", consentendo al
lettore di non smarrire la struttura sillabica delle parole che la contengono.
«Mi ni cunsuol di la maja cumpegna./ Chi hiea la testa appanara di tigna.» così
comincia uno dei primi testi trascritto, nel 1875, dal Nostro.
Pur in mancanza di una formazione glottologica
specialistica, Vasi seppe anche riconoscere alcune affinità tra il
sanfratellano e i dialetti piemontesi ed emiliani, oggi confermate dagli studi
più recenti.
Nella foto il momento dell'intervento del prof. Giuseppe Foti alla destra del prof. Salvatore C. Trovato |
Dalle parole del professore Foti, dalle quali traspariva
evidente l’ammirazione per l’opera del sacerdote sanfratellano, è emerso come
gli studi di Vasi siano stati usati da importanti linguisti della sua epoca,
quali Carlo Salvioni, Giacomo De Gregorio, Giuseppe Morosi, nonché dall’orientalista
Angelo De Guberatis. Vasi fornì anche documenti ai demologi Giuseppe Pitrè e
Lionardo Vigo e, indirettamente, in anni più recenti, ai suoi scritti attinse
il famoso scrittore santagatese Vincenzo Consolo, per colorire notissime pagine
del suo “Il sorriso dell’ignoto marinaio” e della favola teatrale “Lunaria”.
A conclusione del suo intervento, Foti ha pronunziato parole
che ci sentiamo di condividere e citare testualmente: “Merito di Luigi Vasi è
quello di aver suscitato nei suoi concittadini l’interesse per la propria
parlata e di aver contribuito a destare nell’ambito scientifico italiano
l’attenzione per il suo dialetto che, da allora, non è mai più venuta meno”.
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