Lo storia dell'imprenditrice coraggiosa, Magda Scalisi, che
ha subito le intimidazioni della mafia dei Nebrodi e che ha deciso di
denunciare i suoi estortori. "Se avessi saputo come sarebbe finita, non lo
avrei fatto".
Roberto Chifari.
"Maledico il giorno in cui ho denunciato. Dovevo
mollare tutto e scappare ed, invece, ho commesso il grande errore di restare.
Quando denunci, firmi anche la tua condanna a morte. Se
avessi saputo quello che poi mi è accaduto, non lo avrei mai fatto". Uno
sfogo che arriva come una pugnalata per chi crede ancora nella redenzione di
questa terra. A parlare con gli occhi pieni di amarezza è Magda Scalisi,
battagliera giovane imprenditrice palermitana, che ha denunciato la mafia
dei Nebrodi, parlando del suicidio dell'imprenditore antiracket di Gela Rocco
Greco. Anche lui aveva denunciato i boss mafiosi. "Visto quello che mi è
successo e tutto quello che è accaduto dopo - dice in un'intervista
all'Adnkronos - posso dire di avere scoperto che nei Nebrodi non esiste la
mafia".
Magda parla, racconta ed esprime tutta l'amarezza di chi ha
investito tempo e denaro nella sua terra d'origine ma che si è trovata con un
mostro più grande di lei. "Per alcuni per tutto quello che ho subito la
colpa è mia perché non sapevo gestire l'azienda - si sfoga ancora - mi è stato
detto e scritto che il fil di ferro si era rotto da solo, per 'l'usura del
tempo, o che i maiali sono del Parco dei Nebrodi".
Magda però non torna indietro, sa che la sua scelta dolorosa è servita per squarciare il velo d'omertà. "Mi sono sentita dire persino che sono stata suggestionata dalla polizia di Stato, mi hanno detto che ero una pazza isterica. Io in commissariato mi sentivo a casa, come dovrebbero sentirsi a casa tutti i cittadini". Dopo tutte le peripezie vissute, lo scorso agosto ha deciso di chiudere il Rifugio del Parco di San Fratello. Insieme con il padre Salvatore, legale rappresentante della società cooperativa Karasicilia, gestivano dal 2016 la struttura ricettiva nel bosco della Miraglia, tra San Fratello e Cesarò. In piena estate, alla presenza dei loro avvocati, hanno consegnato le chiavi del rifugio, al commissario del Parco dei Nebrodi, Luca Ferlito, accompagnato da alcuni dipendenti. "Non siamo nelle condizioni di legge per operare, pertanto rimettiamo alle autorità competenti ogni utile decisione sulla situazione determinatasi", si era limitata a dire Magda Scalisi al momento della consegna delle chiavi. La struttura era stata riconsegnata all'ente parco "interrompendo così una esperienza aziendale e un progetto di imprenditoria nuova per i Nebrodi", avevano detto gli Scalisi.
Magda però non torna indietro, sa che la sua scelta dolorosa è servita per squarciare il velo d'omertà. "Mi sono sentita dire persino che sono stata suggestionata dalla polizia di Stato, mi hanno detto che ero una pazza isterica. Io in commissariato mi sentivo a casa, come dovrebbero sentirsi a casa tutti i cittadini". Dopo tutte le peripezie vissute, lo scorso agosto ha deciso di chiudere il Rifugio del Parco di San Fratello. Insieme con il padre Salvatore, legale rappresentante della società cooperativa Karasicilia, gestivano dal 2016 la struttura ricettiva nel bosco della Miraglia, tra San Fratello e Cesarò. In piena estate, alla presenza dei loro avvocati, hanno consegnato le chiavi del rifugio, al commissario del Parco dei Nebrodi, Luca Ferlito, accompagnato da alcuni dipendenti. "Non siamo nelle condizioni di legge per operare, pertanto rimettiamo alle autorità competenti ogni utile decisione sulla situazione determinatasi", si era limitata a dire Magda Scalisi al momento della consegna delle chiavi. La struttura era stata riconsegnata all'ente parco "interrompendo così una esperienza aziendale e un progetto di imprenditoria nuova per i Nebrodi", avevano detto gli Scalisi.
Fonte: ilgiornale.it
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