L'ingresso della Grotta di San Teodoro nel 1937 |
La grotta di
San Teodoro si
apre ad una quota di circa 144 m s.l.m., alla base di un’antica falesia, presso
l’abitato di Acquedolci a circa un chilometro a sud della stazione
ferroviaria. Uno sperone di roccia (a destra guardando l’ingresso) separa la
grotta da un’altra rientranza che va sotto il nome di “riparo Maria”.
Sul pavimento della grotta sono presenti grossi blocchi calcarei, caduti
con tutta probabilità dalla volta e, nella parte opposta all’entrata, questi
blocchi formano un vero e proprio accumulo.
La leggenda narra che dietro questo
accumulo vi fosse un passaggio che metteva in comunicazione la grotta con il
paese di San Fratello e che un muro che sbarrava l’ingresso fosse stato
costruito dagli antichi abitanti a difesa dalle incursioni dei Saraceni.
Per
quanto riguarda l’origine del nome, altre leggende narrano che la grotta fosse
abitata dall’eremita Teodoro. In seguito gli abitanti del vicino paese vi
eressero un santuario protetto da quel muro che sbarrava l’ingresso.
Successivamente la grotta fu adibita ad ovile, oltre ad essere stata sicuro
rifugio per gli abitanti del luogo durante gli eventi bellici. [Fonte: Carolina
Di Patti]
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