I popoli autoctoni di Sicilia e l'arrivo degli stranieri (Tra Storia e Leggenda, 7)



Come innumerevoli occhi, aperti verso il paesaggio esterno ed interno alla stessa cava, le tombe dell’età del Bronzo testimoniano ancora una delle ultime, forti, presenze autoctone della Sicilia, l’età dei Sicani. In seguito si ha l’arrivo dei Siculi e degli Elimi, con cui si fusero i gruppi autoctoni. I Sicani probabilmente originari del luogo, dopo l’arrivo dei Siculi-Ausoni (XIII-IX sec. a.C.), provenienti dalla penisola italica ed insediati nei Peloritani e giù fino agli Iblei nella Sicilia orientale, si attestarono nella parte centro-occidentale dell’isola. Gli Elimi, secondo recenti studi, di origine asiatica, provenienti probabilmente dall’anatolia, abitavano la cuspide occidentale della Sicilia e costituivano un gruppo etnico numericamente inferiore agli altri due. I Sicani saranno in tal modo costretti, dal lato orientale dai Siculi e sul lato occidentale dagli Elimi, a restare confinati dell’agrigentino e nel nisseno della media ed alta valle del Platani. Le tombe di S. Angelo Muxaro, ricche di corredi funerari di grande importanza, con vasi e gioielli d’oro, testimoniano eloquentemente l’alto grado di civiltà raggiunto dall’uomo siciliano autoctono. Lo storico greco Tucidide (V sec. a.C.), che attinse notizie dall’opera di Antioco di Siracusa, il maggiore storico della Magna Grecia, di poco anteriore, così scrive: 

“Si dice che i più antichi (abitanti) siano stati i Ciclopi e i Lestrigoni, che abitarono una parte dell’isola; io non potrei dire che razza fossero, donde venuti e dove siano andati a finire. Dopo di essi pare che per primi siano stati i Sicani: anzi quanto essi affermano, avrebbero preceduto addirittura i Ciclopi e i Lestrigoni, poiché dicevano nati sul luogo; invece la verità assodata è che i Sicani erano Iberi, scacciati ad opera dei Liguri dal fiume Sicano, che si trova appunto in Iberia. Dal loro nome l’isola fu chiamata Sicania, mentre prima era Trinacria; e anche ora essi vi abitano nella parte occidentale. Espugnata che fu Ilio (Troia), alcuni dei Troiani, sfuggiti agli Achei, approdarono con le loro imbarcazioni in Sicilia, ove si stabilirono ai confini coi Sicani; e tutti insieme ebbero il nome di Elimi: Erice e Segesta furono le loro città. Ad essi si aggiunsero e con loro abitarono alcuni greci della Focide che, al ritorno da Troia, erano stati dalla tempesta sbattuti prima in Libia e là in Sicilia. Dall’Italia dove abitavano, i Siculi, che sfuggivano gli Osci, passarono in Sicilia. Dei Siculi ce n’è ancora in Italia, anzi la regione fu appunto chiamata Italia da Italo, un re dei Siculi, che aveva questo nome. Passati dunque in Sicilia in gran numero, vinsero in battaglia i Sicani che confinarono nelle regioni meridionali e fecero sì che l’isola, da Sicania, si chiamasse Sicilia. Compiuto il passaggio, occuparono e abitarono le zone più fertili del paese, circa 300 anni prima che vi ponessero piede i Greci”.

Per quello che riguarda il popolo sicano, lo storico Timeo da Tauromenio, vissuto tra il IV e il III a.C., e Diodoro Siculo, vissuto nel I sec. a.C., sostengono sia stata una stirpe autoctona della Sicilia, mentre Tucidide e Filisteo di Siracusa, vissuto nel IV sec. a.C., affermano di contro che sia stato un popolo proveniente dall’Iberia, e sembra sia venuto nell’isola prima dell’VIII sec. a.C..Il confine tra i territori dei Sicani e dei Siculi sarebbe passato lungo il fiume Salso o Imera meridionale ad est di Licata. Leggendarie città furono: Inico, Iccara, Omphace, Indara, Crasto, Makara, Misera, Triocala, Camico. Sul finire del secondo millennio arrivarono i Fenici, in seguito alla necessità di conservare gli empori commerciali disseminati lungo le coste dell’isola, abitate da importanti centri sicani come Thapsos. Fondarono delle colonie stabili nell’occidente dell’isola, Mozia nel VIII sec. a.C., Palermo e Solunto. Preferivano lagune piatte con isole appena emergenti dagli acquitrini (Mozia e Drepano) o promontori internati tra fiumi-porto (Panormo). Essi vissero in alleanza con gli Elimi. Tucidide così descrive la loro presenza (La guerra del Peloponnesso, VI):

“Anche i Fenici abitarono qua e là per tutta la Sicilia, dopo avere occupato i promontori sul mare e le isolette vicine alle coste, perché fossero più facili rapporti commerciali con i Siculi. Quando poi vennero d’oltremare in gran numero i Greci, essi sgombrarono la maggior parte del paese e si concentrarono a Mozia nei pressi di Marsala, a Solunto e Palermo, dove abitarono vicino agli Elimi, rassicurati dall’alleanza degli Elimi stessi e dal fatto che quel punto della Sicilia distava pochissimo da Cartagine”. [Fonte: Paolo Sanzeri]

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