La misteriosa delocalizzazione di San Filadelfio

 

Abbiamo visto come il primo documento dove appare il nome dei Tre Santi sul nostro territorio risale al testamento di Gregorio, nel 1105, primo abate del monastero di San Filippo di Fragalà e fondatore del nuovo monastero dei Tre Santi. Questo vuol dire che la ricostruzione del Santuario è antecedente a questa data.

Nello stesso periodo è da collocare il ripopolamento del Monte Vecchio, con la nascita del borgo medievale di San Filadelfio, come abbiamo detto, incentivato dagli stessi normanni che dal loro insediamento in Sicilia hanno concesso importanti privilegi alla chiesa locale con l’intento di riavvicinare la popolazione al cristianesimo.

Intanto, i normanni, che già avevano avviato un piano di occupazione di tutti i Nebrodi, si insediarono nell’antico borgo sotto la Roccaforte, occuparono alcuni quartieri, fortificarono il Castello (a Napoli, nel 1752, appare per la prima volta un Diploma della fondazione del Castello di San Filadelfio del 1116, anche se per alcuni studiosi il documento sarebbe un falso) e intrapresero la costruzione della motta attorno al villaggio.

Il borgo sulla Roccaforte era piccolo e in decadenza da decenni. Di quale città bizantina si stratta? Due sono le ipotesi sul nome: Turiano (o Castel Turio) oppure Demenna. 

Alla fine del XII secolo, il fallimentare progetto di mettere in coltura i terreni sul Monte Vecchio, e forse qualche altro fattore ancora oggi sconosciuto, provocò la fine di San Filadelfio, con la popolazione che si spostò in massa nel vicino borgo sotto la Roccaforte, dove intanto era sorta una cittadella militare, la Motta normanna.

L’accorpamento dei due borghi non solo segnerà un importante cambiamento culturale, ma di fatto cancellerà dalla memoria l’antico nome del villaggio in favore di San Filadelfio, culto ormai assai forte in tutta la popolazione.

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