Nel 1082 Ruggero concede alla chiesa troinese alcuni
territori della Sicilia nord orientale, fra questi vengono citati “il castello
di Turiano e il Castello di Acharet (Alcara) posti entrambi nella valle di
Demina.
Il documento elenca anche i borghi sotto il controllo della
chiesa normanna in ordine rigorosamente geografico, così come avviene in altre
due bolle del 1151 (Eugenio III) e del 1198 (Innocenzo III), dove si continua a
parlare di Turiano come città posta nella Valle di Demenna. L’aspetto assai
curioso riguarda San Filadelfio, mai citato nelle tre bolle, nonostante l’esistenza
del borgo alla pubblicazione delle ultime due sia confermata da numerosi
documenti storici, su tutti il libro di Ruggero del cartografo arabo Idrisi,
risalente al 1154.
Nelle bolle il nome del borgo di San Filadelfio apparirà per
la prima volta solamente nel XIII secolo, proprio quando dagli stessi documenti
scompare il nome del borgo Turiano. Il nome Turiano, si fa risalire alla
leggenda di Turio (già precedentemente raccontata), ma un’alternativa a tale leggenda
esiste.
Taurianum (oggi Tauriana) è, infatti, anche un’antica città calabrese,
fondata dai greci nel VII sec. a.C. Nel 590 d.C. Taurianum fu preda di
scorrerie longobarde provenienti dal Ducato di Benevento. A causa di ciò il
vescovo della città si rifugiò a Messina ed i monaci si dispersero per la
Sicilia fondando isole cristiane. Il loro arrivo sui Nebrodi potrebbe essere
confermato da alcuni indizi.
I Tauriani, erano devoti a San Fantino, ed esiste una
contrada con questo nome ad Alcara. Inoltre, in seguito all'incursione
saracena, seguì la leggenda di un miracolo che fece nascere in città il culto
verso Santa Maria. E sul Monte Vecchio di San Fratello l’antico cenobio era
dedicato proprio a questo culto. Non a caso, sia ad Alcara quanto a San
Fratello la leggenda narra di un Castello detto Turiano.
Fonte:
Rocco Pirro. Sicilia sacra, Palermo 1733
AA.VV. L’antica città di Taurianum, 2013
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